Perchè Export Agroalimentare Italiano?
L’export agroalimentare italiano è riconosciuto in tutto il mondo e pertanto è uno dei “marchi” più apprezzati e consumati dagli stranieri. I numeri lo confermano: nel 2021 l’export agroalimentare italiano ha registrato una crescita strabiliante pari all’11% confrontata al 2020 e del +15% rispetto 2019, con un valore totale di circa €52 miliardi.
Che cosa esportiamo
Pasta e derivati del pomodoro, secondo Nomisma, hanno registrato un calo dell’export rispetto al 2020 del -1% ma una crescita rispetto al 2019 del 11%. Nel 2020, infatti il consumo di questi prodotti era di molto aumentato a causa di pasti forzatamente consumati tra le mura domestiche.
Il traino dell’export deriva invece da formaggi, salumi e vino con una crescita del + 14%. Soprattutto il vino ha registrato numeri da record, pari ai €7 miliardi. Le bollicine degli spumanti sono però le regine: +29% in valore. Un dato a contrasto con il mercato estero del vino italiano. Infatti, solitamente il vino italiano, soprattutto se rapportato a quello francese, registra dei risultati non entusiasmanti in termini di valore, al contrario delle vendite in volume.
Dove esportiamo?
L’Unione Europea continua a rimanere il principale mercato di sbocco per l’agroalimentare italiano, assorbendo il 58% dell’export. Seguono Nord America ed Europa Orientale, mentre è in crescita del 6% il mercato asiatico. Nel 2021 la maggiore crescita rispetto al 2019 proviene da:
In termini di maggiori importatori di prodotti agroalimentari italiani, la classifica cambia. Al primo posto c’è la Germania, seguita da USA, Francia e Regno Unito, il quale registra un decremento di domanda.
Per cosa siamo riconosciuti
L’agroalimentare italiano, come detto, è riconosciuto per la qualità e questa qualità sta riscontrando successo anche nei prodotti biologici. Siamo, infatti, i leader a livello europeo per agricoltura biologica con 80.000 operatori. L’Italia è il Paese con maggiori prodotti riconosciuti DOP, IGP e STG, pari a 316, 526 vini DOP e IGP e 5333 STG. Siamo anche il primo produttore UE, in termini di volume, di riso, grano duro, vino e molte varietà di frutta e verdura.
Molte sono le opportunità per vendere i prodotti alimentari all’estero, in Europa o fuori Europa, in base anche alla grandezza dell’azienda. Il “problema” è saper affrontare l’estero nella maniera giusta e coscienziosa, perché dalla consapevolezza dei rischi possiamo trarne vantaggio ed aumentare il business aziendale.