Le opportunità dell'agroalimentare in francia
La Francia è un Paese che culturalmente e geograficamente è molto vicino all’Italia. I francesi sono dei consumatori molto attenti alla qualità ed amanti dei prodotti Made in Italy. Questi sono alcuni dei principali motivi per i quali, dopo la Germania, la Francia è il 2° mercato di destinazione dell’export italiano. Per la Francia viceversa, l’Italia è il 4° Paese fornitore. Nonostante la brusca frenata registrata nel 2020, secondo il report ICE, i primi 9 mesi del 2021 le esportazioni italiane verso la Francia hanno registrato un +19,4% rispetto allo stesso periodo del 2020. Le opportunità dell’agroalimentare in Francia sono molteplici e le principali verranno analizzate nell’articolo.
Il Made in Italy in Francia
La Francia, secondo i dati della Camera di Commercio di Torino, detiene una quota delle esportazioni italiane pari al 10,5%. L’ammontare complessivo delle esportazioni italiane in Francia tra gennaio e settembre 2021 è di €39 miliardi.
L’export italiano verso la Francia vede come settori più performanti:
- macchinari 13,5% delle quote;
- metalli di base e prodotti in metallo 12,6%;
- mezzi di trasporto 12,4%;
- prodotti tessili, di pelle e abbigliamento 11,5%;
- prodotti alimentari, bevande e tabacco 8,5%.
Proprio i settori alimentare e farmaceutico italiano in Francia nel 2020 sono stati gli unici a registrare un incremento rispetto al 2019.
Prodotti agroalimentari italiani in Francia
I prodotti agroalimentari italiani in Francia rappresentano una quota dell’8,5% posizionandosi al 5° posto come Paese fornitore. In valore, l’ammontare totale è stato nel 2020 di €4,6 milioni.
Secondo i dati della Camera di Commercio di Torino, la prima categoria di prodotti in termini di valore economico è costituita da preparazioni a base di cereali, con oltre €800 mila. Scomponendo, il 51% è composto dai prodotti di pasticceria e panetteria, mentre il 45% da paste alimentari.
La seconda categoria è data dai latte e derivati che registrano un +8,5% nel 2020, per un totale di oltre €650 mila. Nel dettaglio, il 91% è costituito da formaggi freschi e latticini. Solo per la mozzarella l’Italia è il primo fornitore della Francia, con il 60% delle quote.
Le bevande invece registrano nel 2020 del -2,1% rispetto al 2019. Solo il vino costituisce il 34% delle bevande italiane importate, un risultato in crescita rispetto al 2019. In questo caso l’Italia è il 3° Paese fornitore con €173 milioni nel 2020.
Carni ed insaccati registrano un calo del -10%, ciononostante i salumi costituiscono il 60% del totale.
Canali distributivi dell'agroalimentare francese
Principalmente i consumatori francesi acquistano i prodotti agroalimentari nella GDO (grande distribuzione organizzata): il 65% dei prodotti alimentari acquistati in Francia passa dalla GDO. Tuttavia, è necessario che un prodotto abbia già un certo appeal e una brand awareness sviluppata tra i consumatori francesi. Prima di tutto, perché in mancanza di questi requisiti il business non sarà profittevole e conseguentemente nemmeno il buyer della GDO vorrà acquistare il prodotto.
Sono in crescita anche i circuiti corti come negozi specializzati (panetteria, macelleria), negozi di alimentari di prossimità e negozi di prodotti biologici.
Il commercio elettronico è esploso durante i lockdown del 2020 e del 2021 e ora, seppur più lentamente, continua a registrare numeri di crescita positivi.
Dati i numerosi ristoranti italiani presenti in Francia, uno dei canali di vendita preferiti dalle imprese italiane, in particolare quelle vitivinicole, è l’Horeca.
Le opportunità dell'agroalimentare in Francia
Anche i consumatori francesi prestano sempre più attenzione ai prodotti sani e biologici a fronte di un rapporto qualità-prezzo elevato. Il fattore biologico e rispettoso dell’ambiente non si rispecchia solo nel prodotto ma anche nel packaging. In particolare, i consumatori francesi iniziano a preferire i prodotti “plastic-free” e di conseguenza anche i prodotti sfusi.
I giovani francesi amano invece sperimentare nuove combinazioni di ingredienti, nuovi sapori. Per attrarre però l’attenzione dei giovani è indispensabile una campagna marketing, soprattutto digitale, che li invogli a provare il prodotto. Infatti, sono i giovani i più propensi alla sperimentazione di prodotti, anche di più rispetto agli italiani.
Il mercato francese offre pertanto un ambiente florido e aperto ai nuovi prodotti agroalimentari made in Italy. Tuttavia, necessita una programmazione ed organizzazione a priori. Questi sono aspetti fondamentali per selezionare, in base al nostro prodotto, il canale di vendita adeguato, la segmentazione della clientela, il packaging. Conseguentemente sarà possibile elaborare la giusta strategia di marketing e di ingresso nel mercato. In questo modo, è possibile minimizzare i rischi di insuccesso ed ottimizzare i tempi di rientro dell’investimento.
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