Mercato del Caffè e del Tè in Giappone
Il mercato del caffè e del tè in Giappone è in forte crescita non solo tra le generazioni i più giovani. Ciononostante, le abitudini di consumo di queste bevande da parte dei giapponesi sono diverse rispetto alle nostre. Quanto business generano i consumi di queste due bevande, in che segmenti di popolazione vengono consumati e quali sono i più venduti?
Il mercato del caffè in Giappone
Nonostante l’importante volume delle importazioni di caffè in Giappone, la maggior parte del caffè consumato nel Paese del Sol Levante è torrefatto in loco. In tutto il Giappone ci sono 6 torrefattori di grandi dimensioni seguiti da una serie di piccoli torrefattori locali. Nel 2021 il Giappone ha importato 402 mila tonnellate di caffè non tostato, mentre solo 3000 tonnellate erano decaffeinati.
The consumo totale tra caffè classico e istantaneo nel 2021 è calato registrando 430 mila tonnellate. Il mercato del caffè regolare tuttavia nel 2020 era aumentato dell’11% grazie al maggior consumo casalingo. Anche il caffè filtro nello stesso periodo ha registrato +12%.
Export di caffè europeo in Giappone
L’importazione di caffè verde decaffeinato, in generale è basso. L’unico esportatore europeo di caffè decaffeinato in Giappone è la Germania con una quota di 2.1% per sole 60 tonnellate. Il caffè torrefatto decaffeinato, invece presenta una scena più variegata. Il maggior fornitore europeo di questo prodotto è la Spagna con una quota pari al 57.5%. Segue l’Italia (39.2%) e la Germania (2%). Il prezzo al chilo per il prodotto vede in testa la Francia con 2206 JPY/kg, seguita da Spagna (1904 JPY/kg), Italia (1798 JPY/kg) e infine la Germania (1539 JPY/kg).
Diverso è il panorama delle esportazioni europee di caffè torrefatto non decaffeinato in Giappone. I volumi stanno crescendo e l’Italia è il Paese europeo che detiene la quota maggiore: ben il 59% e 602.826 chili nel 2021. Seguono Germania e Svezia. I 3 Stati costituiscono il 96.5% delle quote dei Paesi europei. L’Italia, tuttavia, non di distingue per il prezzo per chilo più elevato: il prezzo all’importazione è di 1778 JPY/kg. Maggiore invece il prezzo per chilo di Germania (1814 JPY/kg), Francia (2692JPY/kg), Polonia (2471 JPY/kg) e Finlandia (2506 JPY/kg); inferiore invece il prezzo per chilo del caffè svedese (711 JPY/kg) e spagnolo (1138 JPY/kg).
Il mercato del tè in Giappone
Per tradizione, il tè verde continua ad essere una delle bevande più popolari in Giappone. Nel 2020 il prodotto ha registrato un calo del 14.6% ma nel 2021 è riuscito parzialmente a recuperare registrando una crescita dell’11.6%. Lo spending per persona sul tè verde è in crescita.
La produzione in generale in Giappone sta diminuendo perché le persone sono sempre più anziane e perché i terreni coltivabili sono sempre meno. Il più grande produttore di tè verde in Giappone è Ito en.
Per quanto riguarda invece il tè nero la domanda interna è completamente coperta dalle importazioni. In Giappone poi vengono lavorati da 3 grandi aziende che insieme costituiscono il 73.7% delle quote.
Importazioni di tè nero in Giappone
Quasi tutte le foglie di tè nero importato in Giappone provengono dallo Sri Lanka. Mentre, per quanto riguarda i Paesi europei, la Polonia possiede il 97% delle quote europee, seguita da Germania e Francia.
Tè nero già lavorato invece è esportato in Giappone da 13 Stati europei che però costituiscono solo l’1,3% delle importazioni di tè nero. Il maggiore esportatore + la Spagna con una quota del 43%, seguita da Polonia e Francia. Il maggiore prezzo per chilo è però fornito dall’Italia con 12.424 JPY/kg.
I volumi dei Soft Drinks
In Giappone ci sono 5 produttori principali di bevande, per un mercato che genere un grande volume di affari. Il tè è il più consumato, coprendo il 24,5% della domanda, seguito dall’acqua minerale (18,8%) e infine bevande gassate (17,2%).
I soft drinks in generale sono un mercato consolidato, anche per quanto riguarda i brand. Infatti, è più difficile che in passato entrare nel mercato giapponese con nuovi prodotti di questo settore e avere buone vendite.
In Giappone, i soft drinks sono soprattutto venduti nei supermercati, ma anche i distributori automatici detengono una buona quota delle vendite, pari al 24%. Seguono i mini market pari al 22% e gli altri canali di distribuzione insieme costituiscono il 12%.
Opportunità del mercato del caffè e del tè in Giappone
Il Giappone offre numerose opportunità per le aziende occidentali, e quindi anche italiane, che vogliono esportare.
Un aumento consistente della domanda è guidato dal desiderio di consumare cibi salutari, soprattutto da parte degli anziani: il caffè decaffeinato. In Giappone, tuttavia, la produzione del caffè decaffeinato risulta essere molto cara. A differenza dell’Unione Europea, nel Paese del Sol Levante non è possibile usare agenti per rimuovere la caffeina. L’Italia sembra già approfittare questo vuoto e nel 2022 ha esportato in Giappone il 30% in più di caffè decaffeinato torrefatto. La Germania ha duplicato rispetto al 2021 l’esportazione in Giappone del caffè verde decaffeinato.
Il business del tè è generato soprattutto dalle donne, senza distinzione vera di età. La crescita dei consumi sta facendo aumentare il numero delle sale da tè.
La fiera Foodex Japan
Ancora uno dei principali metodi per entrare in Giappone o testare la risposta dei buyer è la partecipazione alle fiere. La più grande fiera di settore in Giappone si svolge a Tokyo a marzo ed è la Foodex Japan. I buyer prestano in generale più attenzione a:
- Qualità;
- Gusto;
- Prezzo;
- Affidabilità
- Risposta dell’espositore;
- Storia del Brand;
…E ricorda: il processo decisionale dei giapponesi spesso prendere molto tempo e molte domande!
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Fonte dati: EU-Japan Centre for Industrial Cooperation.